IL GRAZIE DI FEDERICO PER UN ARGENTO OLIMPICO

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Quello di oggi è il terzo appuntamento che Federico Pellegrino ha allestito dopo i festeggiamenti di due anni fa al Forte di Bard per la vittoria della Coppa del mondo sprint, e quello dello scorso anno per la conquista del titolo mondiale a Lahti e festeggiato al Castello di Sarre.

Sta diventando una piacevole consuetudine quella che l’atleta valdostano sta implementando al termine della stagione per festeggiare un grande risultato raggiunto assieme a tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito alla conquista del successo: “Questo è un momento in cui io desidero ringraziare tutte le persone che mi hanno consentito di raggiungere importanti risultati ed è per questo che ho voluto riservare l’invito a coloro i quali hanno vissuto con me un pezzo del mio percorso” – ha commentato Chicco Pellegrino – e in tal senso è il momento dei ringraziamenti: “Certamente la mia famiglia e la donna che mi sta accanto, Greta, e oggi più che mai mi fa piacere che anche mio fratello che vive a Barcellona sia riuscito a raggiungerci”. Pellegrino prosegue poi nei ringraziamenti che prevedono i compagni di squadra, gli allenatori (passati e presenti, quelli del futuro non sono ancora noti), i tecnici dei materiali, le Fiamme Oro, e anche quel gruppo di tifosi che lo hanno raggiunto sulle nevi olimpiche Pyeongchang: “La medaglia è mia e me la tengo stretta a casa, ma è giusto tributarla anche a chi mi ha dato una mano”. Seduto in prima fila anche il presidente del CONI, Giovanni Malagò, che all’incontro con il campione lo ha abbracciato con calore e gratitudine per aver contribuito con la sua medaglia d’argento all’obiettivo di 10 podi alle Olimpiadi Invernali coreane. L’incontro è proseguito ricordando dettagli, sfumature, atmosfere di quel 13 febbraio in cui Chicco confessa di essersi sentito pronto per una grande impresa e di averne avuto la consapevolezza alla prima prova stagionale di Ruka in Finlandia, gara in cui Pellegrino si è subito candidato per un papabile per il podio sprint in Corea nonostante la tecnica classica non sia la sua preferita “Certo vedere Rastelli quarto tempo nelle qualifiche mi ha dato una forte motivazione” e a questo punto c’è stato anche un momento di ilarità quando il valdostano ha ricorda come “il Rasta” sia il più forte fondista al mondo in allenamento. “Tutto è filato liscio quel giorno, sci e sciolina giusti e siamo arrivati in quella finale concentrando tutto il lavoro svolto durante l’inverno: in particolare con Sepp Chenetti abbiamo curato molto la spinta di braccia e la posizione del bacino molto avanzato”.

Gli aneddoti si sono sprecati ma in particolare ci ha fatto sorridere il fatto che al termine di tutta la prassi anti-doping e di controlli vari, la spedizione italiana abbia dimenticato il Chicco d’argento negli uffici del CIO, mentre tutti stavano andando a Casa Italia a festeggiare. Ma grazie all’intervento del segretario generale del CONI, Roberto Fabbricini, che è ritornato in dietro a prendere il valdostano anche Pellegrino è riusto a raggiungere la festa a Casa Italia dove era presente anche Arianna Fontana fresca dell’oro nello short track.

L’incontro si è svolto nella sala conferenze Delle Alpi presso la stazione di mezzo ai 2200 m dello Skyway Monte Bianco di Courmayeur e ha voluto sancire una volta di più il legame di Federico Pellegrino con la propria terra: la Val d’Aosta. “Mi sento molto valdostano ma sono altrettanto contento che il mio cognome sia fortemente italiano perché quando sono in giro per il mondo sono orgoglioso di esserlo”. Naturalmente parlando di terra valdostana sono entrati nel discorso anche i gustosi prodotti del territorio rappresentati per l’occasione dalla start up 4bebetter, una giovane società di catering a chilometro zero. Parlando di alimentazione Chicco non ha mancato di ricordare le sfide di tiramisù che nascono quando i tecnici smettono i panni degli allenatori per indossare il grembiule del cuoco: “Più buono del tiramisù di Sepp c’è solo quello della mia mamma”.

E il futuro? “Diciamo che, dopo Sochi ieri Pyeongchang oggi e Pechino domani, sono un po’ stanco di andare verso est” e guardando Malagò sottolinea: “Mi auguro che nel 2026 le Olimpiadi ritornino in Europa” e con questo buon auspicio riguardando il video della finale olimpica della sprint lo stesso Federico ha aperto le porte ai propri invitati verso l’area ristoro.

Lo stile di un campione lo si vede sulla neve, ma anche quando si è lontani dai campi di gara e questo ne è un classico caso. Complimenti Federico.