L’UNIVERSITÀ DI BERGAMO PREMIA I SUOI CAMPIONI

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di Gianluca Zanardi

L’impegno sportivo agonistico può essere conciliabile con la laurea?

Questa è ormai da tempo la domanda nell’occhio del ciclone quando ci si interroga sulla qualità degli atleti, e quindi dello sport, in Italia. Nella maggior parte dei casi la risposta sembra essere: no, non è possibile, bisogna scegliere. E si addossa tutta la colpa al sistema italiano (in certi casi a ragion del vero) che non sprona e soprattutto non agevola abbastanza i nostri ragazzi.

Per fortuna, anche nel nostro pease, esistono delle eccezioni che ci piacerebbe diventassero sempre di più la regola. Una di queste è rappresentata dall’Università degli Studi di Bergamo che di recente ha scelto di premiare i suoi migliori studenti in ambito sportivo, ovvero quelli che hanno saputo distinguersi in modo eccellente durante gli ultimi Campionati Nazionali Universitari invernali e primaverili. Infatti, ben 21 studenti iscritti all’UniBg (acronimo dell’università bergamasca) sono tornati a casa dalle varie gare a  cui hanno partecipato con una medaglia, ricevendo anche delle agevolazioni in ambito universitario e sportivo. Questo risultato si deve soprattutto al fatto che l’Università degli Studi di Bergamo è stata tra le prime in Italia ad attivare UP4SPORT– University Program for Student-Athletes – il programma promosso dall’Unione Europea attraverso il quale si possono ottenere diversi benefici quali: l’immatricolazione in regime di tempo parziale, la possibilità di ottenere la sospensione temporanea degli studi per un anno per importanti impegni sportivi, tutorato e specifico servizio di supporto non didattico e, ovviamente, l’accesso agli impianti sportivi universitari.

«ll nostro Ateneo vuole riconoscere anche i meriti sportivi ottenuti dai nostri studenti e non solo quelli didattici perché è giusto premiare l’impegno e la passione di questi ragazzi che riescono a conciliare lo studio con lo sport – sottolinea il Rettore Remo Morzenti PellegriniQuest’anno l’iniziativa riveste particolare rilievo perché due dei premiati sono inseriti nel nuovo percorso Up4Sport/Dual Career promosso dall’Università per facilitare gli studenti/atleti di alto livello a conciliare la duplice carriera d’atleta e di studente».

Tra gli studenti che si sono distinti in miniera particolare c’è anche Pietro Mosconi, studente bergamasco all’ultimo anno della Laurea Magistrale in Gestione d’Impresa che è riuscito a conquistare la medaglia d’oro nella 10 chilometri in tecnica libera sulla pista di fondo di San Michele di Formazza. Parlando con Pietro però, si apre una nuova prospettiva nella questione perché la passione che trasmette rivela che è la forza di volontà a determinare i nostri limiti.

Pietro, tu e gli altri ragazzi dell’Università di Bergamo avete ben figurato ai Campionati Nazionali Universitari 2018 portando a casa anche tre medaglie d’oro tra le quali la tua nella 10 chilometri in tecnica libera dello sci di fondo. Prima di tutto, è un risultato che ti aspettavi e al quale ambivi?

Detto molto sinceramente, questo era il mio obiettivo stagionale e sono felicissimo di essere arrivato primo. So bene che in una gara ci sono molte variabili in gioco che determinano il risultato finale, però devo ammettere che mi sono presentato all’appuntamento in forma ed è andato tutto alla perfezione. È stato veramente un bel momento perché sono stato ripagato per i sacrifici fatti, ho reso felice la mia famiglia ed ho ottenuto una borsa di studio. Anche la cerimonia di premiazione è stata emozionante visto che dei 30 ragazzi selezionati, ben 21 di noi hanno portato a casa una medaglia. Questo vuol dire che l’università è stata brava a selezionare atleti che potessero essere competitivi in tutte le gare a cui abbiamo partecipato.

Tra l’altro questa non rappresenta la tua unica medaglia hai campionati universitari, dico bene?

Questa è la terza medaglia che vinco ai CNU e i buoni risultati raggiunti in passato mi hanno permesso anche di partecipare per due volte alle Universiadi Invernali; sia quelle di Trento nel 2013, al primo anno di università, che a quelle in Slovacchia del 2015. Lo sci di fondo è parte della mia vita da un po’ di tempo ormai, a livello juniores sono stato tra i primi cinque atleti a livello nazionale ed ho anche qualche rimpianto perché solo i primi tre sono riusciti a fare il salto di categoria, tra i quali c’era anche un certo Francesco De Fabiani. Però devo ammettere che il mio percorso mi ha premesso di togliermi delle soddisfazioni sia nello sci di fondo che nella carriera universitaria tanto che a breve conseguirò la laurea magistrale.

In casi come il tuo, e come quello di altri tuoi compagni, il discorso che emerge spesso è: “ma è possibile far convivere lo studio con la pratica sportiva?”. Tu come ci riesci?

Non è sempre facile anche perché l’organizzazione che c’è in Italia non sempre ti aiuta a far coesistere questi due aspetti. Però sono convinto che con passione e forza di volontà tutto sia possibile. Io ad esempio, mi organizzo facendo allenamento alla mattina presto, poi vado all’università a seguire le lezioni e spesso torno ad allenarmi la sera. Certo, più flessibilità soprattutto nelle date degli esami aiuterebbe. Ti faccio un esempio: grazie ai buoni risultati nello sci di fondo ho potuto studiare un anno presso un college dell’Alaska dove sono venuto a contatto con un sistema, quello Americano, nel quale lo sport è parte integrante della vita universitaria non solo in termini di agevolazioni economiche, ma anche per quanto riguarda la disponibilità dei professori. Ecco, credo che quello possa essere un buon modello da seguire anche se capisco non sia così facile e immediato.

Ora che comunque sei riuscito a conquistare buoni risultati a livello universitario vedi un futuro nel mondo dello sport, e magari nello sci nordico, oppure hai altri progetti?

La mia carriera agonistica è un po’ in discesa però sono contento dei risultati che ho ottenuto. Credo che d’ora in poi mi dedicherò soprattutto al lavoro per cui ho studiato e che ha richiesto tanto impegno e fatica. Certo, la mia passione verso lo sport è ancora tanta, continuerò ad allenarmi cercando di partecipare a qualche gara durante il weekend che continuerà ad essere dedicato allo sport.

Passione, forza di volontà e un sistema che funziona; questi sono gli ingredienti che possono fare la differenza.