RIVALITÀ E SQUADRA

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Virginia De Martin Topranin

SnoWoman

Rivalità e squadra

Virginia De Martin 6456Lo sci di fondo è uno sport individuale. Sì, ma anche di squadra: perché ci si allena tutto l’anno insieme e perché c’è quella gara, la staffetta, che della squadra è l’espressione massima.

Così ci si trova a mettere insieme due aspetti: individualismo e unione. E se per gli uomini il cameratismo è qualcosa di innato, nella squadra femminile non sempre la coesione è cosa facile, a meno che non sia un fatto culturale. Se poi in una squadra si trovano a convivere atlete dalle forti capacità e grandi personalità, allora c’è il rischio che la competizione si trasformi in accesa rivalità. È proprio quello che è successo nel fondo femminile degli anni novanta, caratterizzato dalla rivalità tra Di Centa e Belmondo. Ingigantita e strumentalizzata dai media, più che di un odio accanito si trattava di un’indifferenza reciproca i cui colpi venivano sferrati a distanza, a suon di vittorie, estrema professionalità e maniacale cura dei dettagli. Se un fine settimana vinceva Stefania, quello successivo doveva vincere Manuela. Se l’una mangiava mezzo piatto di pasta, l’altra rilanciava non mangiandone proprio. Una rivalità che galvanizzava Di Centa, forte del suo carattere sfrontato ed esuberante, e può forse aver penalizzato Belmondo, che subiva l’avversaria. Una rivalità che sicuramente assicurava un clima di successi, sia individuali che in staffetta e permetteva alle più giovani di maturare professionalmente, indisturbate all’ombra delle due grandi campionesse. Il ruolo chiave in questo complesso momento del fondo femminile italiano lo giocò Camillo Onesti. Da grande leader quale fu, riuscì a gestire in modo ottimale la situazione: Camillo comprese che il successo della squadra era un gioco di equilibri tra le due personalità, assicurando al contempo serenità e pari opportunità al resto del gruppo femminile. La rivalità tra Di Centa e Belmondo era una garanzia di successo per tutta la squadra, oltre a rappresentare un esempio per le atlete più giovani. Gabriella Paruzzi era tra queste giovani e la presenza delle due campionesse ha influenzato in modo positivo la sua carriera: lei stessa ammette di aver imparato moltissimo, proprio “copiandone” la professionalità, la serietà e lo spirito di sacrificio. I tanti successi ottenuti in staffetta in quel periodo, sono stati il trampolino di lancio per la fantastica carriera di Gabriella. Staffetta che ha ottenuto medaglie anche dopo il ritiro delle due grandi rivali: anni non più caratterizzati da un forte dualismo, bensì da una squadra piccola, ma molto unita. E a dire il vero Gabriella confida di ricordare con molto più affetto questi ultimi successi: ottenuti con sana competizione e spontanea partecipazione.

 

Virginia De Martin Topranin