I TOUGHBOOK PANASONIC LASCIANO IL SEGNO… NELLA NEVE

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Sciare è spesso sinonimo di temperature gelide e forte luce solare: condizioni che possono rendere difficile l’utilizzo dei dispositivi elettronici, ma non per la Nazionale norvegese di biathlon

Panasonic_Toughbook CF-20_2Varie medaglie conquistate e l’obiettivo di piazzarsi nei primi due posti ai prossimi Campionati Mondiali: la Nazionale norvegese di biathlon, sport sempre più popolare, è tra quelle che maggiormente eccellono in questa disciplina, ma non solo. Anche quando si tratta di dispositivi elettronici, questi atleti sono in testa alla gara, perché da sei anni gli allenatori della squadra utilizzano i dispositivi rugged Panasonic per tenere traccia delle performance di ognuno di loro: prima i Toughbook CF-19, e ora i nuovi Toughbook CF-20 e Toughpad FZ-G1.

L’utilizzo di questi device fa davvero la differenza, come racconta Per Arne Botnan, Development Manager della Norwegian Biathlon Union: “Una volta utilizzavamo dei computer normali per gli allenamenti all’esterno. Portavamo con noi un treppiede e una valigetta che una volta aperta si trasformava in una scatola con un coperchio, dove inserire il computer. Ora, con i Toughbook, possiamo semplicemente correre accanto ai nostri sciatori. I tablet rugged che utilizziamo oggi hanno un’autonomia eccellente: li usiamo tutto il giorno all’aperto senza alcun problema, nonostante le temperature anche di -15°C. Non dobbiamo preoccuparci di pioggia, neve, o luce solare diretta. I Toughbook funzionano in qualsiasi condizione climatica”.

Gli allenatori utilizzano i Toughbook Panasonic per avere una panoramica della gara e per monitorare le performance di ogni sciatore. Ciò consente loro di dare feedback in tempo reale agli atleti in merito alla loro posizione in classifica, specialmente dopo l’ultimo tiro, quando devono procedere alla massima velocità verso il traguardo.

“Per i nostri atleti è fondamentale sapere come sono posizionati rispetto ai loro migliori avversari, è una questione di secondi e decimi. Se non dispone delle informazioni corrette, uno sciatore può facilmente passare dal primo al trentesimo posto in classifica: abbiamo a che fare con margini estremamente ridotti. Per questo i nostri dispositivi devono garantire sempre il massimo, che piova o nevichi, ci sia il sole o il vento”, conclude Morten Aa Djupvik, direttore sportivo della Norwegian Biathlon Union.