Ad accarezzar le Tre Cime

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Viaggio con gli sci stretti in Alta Pusteria alla (ri)scoperta di luoghi e tracciati che sono una garanzia in fatto di qualità della neve e di contesto naturale

di Carlo Brena

Dove ho imparato a sciare era un campo dietro un fabbricato con i volontari del locale Sci Club che si impegnavano a turno a battere due binari nella neve. È stato un po’ come andare alle elementari: i primi rudimenti, la somma delle scioline, le sottrazioni della fatica, gli accenti delle curve. Poi sono cresciuto e ho iniziato a girare per le piste della mia provincia, battute quando andava bene con una motoslitta, e io che mi sentivo studente delle scuole medie. Pensavo che il mio percorso fondistico scolastico finisse lì, fino a quando ho visto all’opera un gatto delle nevi in una bella pista nelle Alpi centrali, che pettinava quattro coppie di binari, e lì son diventato un liceale: l’algebra della neve e le equazioni dell’alternato. Tutto avrebbe potuto finire lì, ma un giorno mi ritrovo a sciare in Alta Pusteria, ed è stato come fare l’ingresso all’Università del fondo. Ogni sciata è un diploma di laurea.

Destinazione Paradiso

Allora, come oggi: sciare in questo angolo dell’Alto Adige è solcare piste mai uguali a se stesse su tracciati ben definiti e in un paesaggio che sembra dipinto per essere rubato. Come studenti fuoricorso ci siamo tornati pochi giorni fa ed è stata una immersione in un bel weekend di puro fondo, come quelli che piacciono a noi. Il primo giorno in Val Fiscalina, che a ragione può essere l’ateneo dello sci nordico. Una vallata relativamente stretta, forgiata tra pareti coperte per metà da larici silenziosi, che lasciano posto alle rocce nella mezza parte superiore. Si parte da Sesto in Pusteria e, per quanto grande possa essere il paese, l’attacco alla pista è molto vicino a qualsiasi hotel in cui vogliate alloggiare: uscire dalla hall con gli sci in mano e dopo pochi metri mettere gli sci, diciamolo, non ha prezzo.

Primo giorno

Ci troviamo nel comprensorio delle 3 Cime/3Zinnen Dolomites, così chiamato per il monumento roccioso di Lavaredo, vero simbolo delle Dolomiti: questa area porta in dote oltre duecento chilometri di piste all’interno del circuito Dolomiti Nordicski, il comprensorio di fondo più grande d’Europa, con oltre 1.000 km di percorsi, tutti tracciati con GPS e distribuiti su novi diversi comprensori tra le province di Bolzano e Belluno e l’area dell’Ost Tirol. In questo consorzio l’Alto Adige la fa da padrone con la maggior parte delle destinazioni che potete trovare al sito ufficiale cliccando qui.
Senza grandi pendenze, ci avviamo tra binari perfettamente battuti per gli amanti dell’alternato, a lato di una pista tirata come un biliardo per chi predilige lo skating. La valle è “chiusa” nel senso che, una volta arrivati in fondo, troverete uno dei tanti rifugi capaci di dare ristoro: al Bistrò Bergsteiger vi aspetta un piatto caldo (la wiener schnitzel con marmellata di mirtilli rossi è d’obbligo) o un panino (consigliamo quello del “Contadino” con speck e formaggio).

Un selfie e via

Il rientro è in leggera discesa sullo stesso tracciato dell’andata, con qualche variante a metà strada: sulla sinistra una deviazione conduce i fondisti un po’ più performanti sulla pista nera che ogni anno decide il podio della Pustertaler, una delle storiche skimarathon italiane. Nel ritorno verso l’albergo è piuttosto normale fermarsi più volte a fotografare angoli magici dell’Alta Pusteria senza avere nelle immagini decine di turisti: il trucco sta nell’evitare i periodi di alta stagione, gennaio e febbraio in tal senso sono i mesi ideali.

Il giorno dopo ancora

Vi fermerete anche il giorno dopo se, come abbiamo fatto noi, vi spostate a Dobbiaco per risalire la Valle di Landro fino a quel monumento con cui abbiamo aperto il nostro racconto: le Tre Cime di Lavaredo.
Lasciate la macchina vicino alla Toblach Arena, un capolavoro d’architettura nata da una idea geniale: lo spazio è poco, quindi «facciamo passare la pista sul tetto della struttura polifunzionale – si saranno detti i progettisti – quella che durante le gare di Coppa del Mondo ospita sala stampa, giuria, cronometraggio e tutti i servizi necessari per una competizione d’élite». Ma la cosa geniale è che nel resto dei giorni “turistici” il ristorante, la scuola di sci e il negozio con noleggio all’interno della struttura sono a disposizione di tutti.

Le Tre Come ci aspettano

Nella piana si parte con un paio di giri di riscaldamento e perché no, anche di fondamentali, ma poi si imbocca la pista che è stata ricavata sul vecchio sedime della ferrovia a scartamento ridotto che fino al 1964 collegava Dobbiaco con Cortina d’Ampezzo e più giù fino al Calalzo di Cadore. La pista di fondo corre a volte a fianco della Statale Alemagna, ma ben presto si allontana per sprofondare nel silenzio vellutato del bosco: è fatto obbligo di fermarsi, respirare e diventare consapevoli del piccolo privilegio che stiamo vivendo. Si riparte e il tracciato non mostra ascese tecnicamente difficili, ma lentamente ci porta dai 1.200 metri della Regina delle Dolomiti ai 1.530 metri di quota del passo di Cima Banche. Noi però ci fermeremo un po’ prima, proprio quando alla nostra sinistra compariranno le Tre Cime di Lavaredo in tutto il loro splendore. Una foto è d’obbligo, anche più d’una: ne avremo fatti mille di scatti, ma ogni volta non resistiamo a farne altri, come se ci fosse un timore che un giorno non godremo più di questo quadro da incorniciare. E non è un caso che le Dolomiti siano diventate Patrimonio Mondiale UNESCO: roccia tanto bella quanto delicata.

Un piatto di… anzi due

A questo punto potrete procedere verso il piccolo valico e da lì scendere verso Cortina d’Ampezzo, facendo attenzione che una delle tre gallerie del tracciato potrebbe essere chiusa per pericolo di caduta massi e vi costringerà a una deviazione. Poco male: ogni variante è un respiro in più di puro ossigeno. È possibile che in albergo vi abbiano dato un biglietto per l’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici per tutto il periodo di permanenza: portatelo con voi, potrebbe esservi di aiuto per il rientro a Dobbiaco qualora foste in preda a crampi o abbiate ecceduto nell’ordinare il secondo piatto di käsespätzle (esperienza personale di chi scrive). Infine, un accorgimento sull’acquisto dei biglietti per l’accesso ai tracciati: vi suggeriamo di comprarli alla partenza nel Centro Fondo di Dobbiaco a 12 euro, poiché lungo la pista la tariffa sale a 15.00 euro. I ragazzi fino ai 14 anni non pagano.

Stanchi e laureati

Direi che a questo punto, al college del fondo possiamo ritenerci laureati sotto tutti gli aspetti, e così facciamo rientro lentamente a Dobbiaco, le piste si apprestano ad accogliere il tramonto. Carichiamo i nostri bagagli nella macchina in un parcheggio ormai deserto, in cui ci accorgiamo di essere gli ultimi ospiti: giusto così, perché la Val Pusteria va goduta fino all’ultimo raggio di sole. Quello da 30 e lode.
Info: https://www.tre-cime.info/it/attivita-sport/inverno/sci-di-fondo.html