LA RUSSIA CONQUISTA LA VAL MARTELLO

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L’episodio chiave avviene nella prima sessione di tiro dell’ultima frazione della staffetta mista di IBU Cup oggi in Val Martello (BZ), quando Alexey Slepov, una volta centrati impeccabilmente tutti i bersagli con la carabina in posizione eretta, si volta verso il francese Antonin Guigonnat alzando il braccio in gesto di saluto. Chiaramente non si trattava di un augurio, ma del destino già segnato della gara, un modo per dire “Sono il più forte, sarà per la prossima!”. E così è stato. Il russo non si è fermato qui, continuando ad intrattenere il pubblico ad ogni passaggio, tagliando il traguardo, come da consuetudine in queste giornate in Val Martello, con una posizione più da pattinatore sul ghiaccio che da biathleta, da fare invidia a Carolina Kostner.

Alla partenza la squadra russa scattava nell’ordine con: Svetlana Sleptsova, Anna Shcherbinina, Semen Suchilov ed Alexey Slepov, la nazionale francese con Coline Varcin, Marine Bolliet, Aristide Begue ed Antonin Guigonnat, l’Ucraina con Yuliya Zhuravok, Nadiia Bielkina, Dmytro Rusinov e Vladimir Semakov, Germania con Luise Kummer, Karolin Horchler, Steffen Bartscher e Johannes Kuehn. Norvegia con Sigrid Bilstad Neraasen, Hilde Fenne, Andreas Dahloe Waernes e Vegard Gjermundshaug. Queste le nazioni più ‘insidiose’, papabili contendenti per il podio.

Nei primi giri ci ha pensato la Sleptsova a dettare l’andatura, con Zhuravok, Kummer e Neraasen a seguire arrancando, e la sola Coline Varcin a riuscire a rimanere a contatto della russa. Al primo cambio fra le donne è tutta un’altra storia, ci sono le biathlete più abili alla carabina e più veloci del fondo a darsi battaglia, come la Bolliet, vincitrice della prima prova individuale della Val Martello, Bielkina, sul gradino più alto del podio ieri nella seconda sprint del trittico venostano, Karolin Horchler, terza giovedì e sorella della più celebre Nadine che ieri in Val Martello ha celebrato la vittoria nella classifica assoluta di IBU Cup e nella graduatoria ‘sprint’. Al cambio Karolin si riscopre terza dopo una prova travolgente con un solo errore al tiro, ma non abbastanza da piazzarsi davanti alla francese Marine Bolliet, seconda Anna Shcherbinina nonostante la disastrosa prova al tiro in posizione eretta.

Al momento del change con i maschi, l’andamento della gara recita Francia, Russia e Germania, leggermente più attardata l’Ucraina con Nadiia Bielkina. Dopo il ‘passaggio di consegne’ i posizionamenti non cambiano, con la Russia di Semen Suchilov ad inseguire la Francia di Aristide Begue, terza la lineare prova ucraina che con Dmytro Rusinov prima e Vladimir Semakov poi, manterrà la terza posizione sino al termine. Deludente Steffen Bartscher, con il quale cala definitivamente il sipario sulle speranze germaniche, Johannes Kuehn concluderà poi quarto.

L’andamento senza acuti della competizione, con la Bulgaria fanalino di coda, subisce una drastica svolta all’ultimo cambio, quando il russo Alexey Slepov prende le redini della gara e si avvia a compiere quello che sarà un autentico show. Riduce ‘sbranando’ il distacco che lo separava dalla Francia, e dopo la sessione di tiro in piedi si alza ‘salutando’ il francese Antonin Guigonnat che non la prende bene.

PodioDa quel momento in poi non vi sarà più storia, con il russo che si cimenta in un’autentica esibizione fatta di saluti, gesti e balletti durante la prova, e un arrivo al traguardo contraddistinto dal ‘marchio di fabbrica’, una gamba all’aria e l’altra poggiata sulla neve: “Mi sento in forma smagliante, ringrazio tutto lo staff della mia nazione che mi ha costantemente incitato permettendomi di arrivare tre volte a podio in tre giorni, vincendo anche due gare, una singola e una di squadra. Sapevo di potercela fare, non mi sono mai sentito più in forma, così ho anche salutato il francese al termine della sessione di tiro, augurandogli buona fortuna ed un buon ultimo giro!”. Guigonnat all’arrivo è scioccato: “Gara molto combattuta oggi, il resto della squadra ha svolto un ottimo lavoro, sino a quando siamo stati umiliati dalla Russia e da Slepov in particolare, è troppo forte, non so come faccia. È completamente folle, fa cose incredibili, non è possibile andare così veloci. Sono andato a salutarlo prima dell’inizio della gara, ma alla fine è stato lui a farlo!”.

È festa russa anche nella seconda gara di giornata, la single mixed del primo pomeriggio che ha chiuso ufficialmente l’annata di IBU Cup, ovvero una competizione creata dall’IBU stessa allo scopo di favorire le nazioni con un solo atleta e una sola atleta in grado di poter ben figurare. Si tratta di una sfida a coppie miste a tutti gli effetti, cambiano solamente il numero di contenders all’interno della manifestazione, due per squadra. Non è proprio giornata per la Francia che, in testa per tre quarti della sfida, sbaglia clamorosamente al tiro con Florent Claude quando i giochi sembravano essere fatti, scivolando in terza posizione e facendosi rimontare dalla solita Russia, prima, e dalla Norvegia, poi. Strepitoso quinto posto per la squadra italiana composta da Rudy Zini e Carmen Runggaldier, a coronamento di una più che positiva tre-giorni azzurra. Ecco le parole del livignasco all’arrivo: “Non ce l’aspettavamo, siamo contenti ed un po’ sorpresi, non sapevamo come sarebbe andata. Sembrava una brutta stagione fino all’altro giorno ma queste tre gare sono riuscite un po’ a ribaltarla”. Carmen è raggiante: “Sono felicissima, abbiamo fatto una bellissima gara tutti e due, eravamo un’incognita alla partenza. Un quinto posto che è una grande soddisfazione per entrambi”.

Gli abitanti della Val Venosta, da cui la Val Martello si dirama, sono conosciuti per la loro creatività e inventiva, non a caso i principali artisti e architetti dell’Alto Adige provengono da questa vallata, e i biathleti presentatisi qui in Val Martello per questo trittico di competizioni sono parsi la reincarnazione di questo principio, nel quale convivono più culture differenti, tedesca, italiana ed un pizzico di ladinità. Nonostante le ‘rappresaglie’ fra le nazioni del biathlon e la bramosia di successo, fra sconfitte brucianti, gesti di “scherno” ed esaltanti vittorie, non si può che citare positivamente il comportamento esemplare dei partecipanti e l’inesauribile forza organizzativa dell’ASV Martello, nuovamente premiata dalla IBU per l’impareggiabile regia di gara: alla fine sul podio sono saliti tutti i volontari ad abbracciare virtualmente il presidente Georg Altstätter.

 

 

Mixed Relay

1 RUSSIA 1:17:09.6 (Sleptsova Svetlana, Shcherbinina Anna, Suchilov Semen, Slepov Alexey); 2 FRANCE 1:18:07.8 (Varcin Coline, Bolliet Marine, Begue Aristide, Guigonnat Antonin); 3 UKRAINE 1:19:19.2 (Zhuravok Yuliya, Bielkina Nadiia, Rusinov Dmytro, Semakov Vladimir); 4 GERMANY 1:19:26.4 (Kummer Luise, Horchler Karolin, Bartscher Steffen, Kuehn Johannes); 5 NORWAY 1:20:35.2 (Neraasen Sigrid Bilstad, Fenne Hilde, Waernes Andreas Dahloe, Gjermundshaug Vegard); 6 SWEDEN 1:20:38.3 (Myhr Sofia, Oeberg Hanna, Hallstroem Simon, Soderhielm Tiio); 7 AUSTRIA 1:22:36.6 (Dueringer Ramona, Hartweger Fabienne, Mesotitsch Daniel, Brunner Peter); 8 CZECH REPUBLIC 1:23:21.5 (Landova Jitka, Cerna Kristyna, Vojik Tomas, Krupcik Matej); 9 POLAND Lap (Zuk Kamila, Piton Karolina, Zieba Tomasz, Jakiela Tomasz); 10 CANADA Lap (Yungblut Erin, Tam Von Burg Leilani, Hudec Matthew, Roots Arthur)

 

Single Mixed Relay

1 RUSSIA 38:38.9 (Nechkasova Galina, Shopin Yury); 2 NORWAY 38:47.1 (Brun-Lie Thekla, Christiansen Vetle); 3 FRANCE 39:03.0 (Simon Julia, Claude Florent); 4 GERMANY 39:38.6 (Knoll Annika, Dorfer Matthias); 5 ITALY 39:47.0 (Runggaldier Carmen, Zini Rudy); 6 AUSTRIA 40:36.0 (Kupfner Simone, Hoerl Fabian); 7 CZECH REPUBLIC 40:54.3 (Johanidesova Lea, Kristejn Lukas); 8 UKRAINE 40:59.1 (Tisyeyeva Snizhana, Trush Vitaliy); 9 POLAND 41:04.9 (Maka Anna, Nedza-Kubiniec Andrzej); 10 CANADA 41:27.6 (Lunder Emma, Campbell Carsen)